Anafi
Leggenda narra che i primi a scoprire l’isola sperduta di Anafi siano stati gli Argonauti, partiti da Creta con la difficile rotta nord e finiti nel bel mezzo di una tempesta in una notte senza luna. Il dio Apollo, mosso a compassione per la sorte dei coraggiosi eroi che erano andati a recuperare il Vello d’oro decise di dar loro una mano e, scoccata una freccia incandescente dal suo arco, illuminò una rotta sicura all’orizzonte della quale si levava dal mare la sagoma imponente del monte Kalamos di Anafi.
Non molto è cambiato da allora e questa incredibile isoletta al centro dell’egeo meridionale, a un passo dalla mondana e internazionale Santorini, è rimasta intatta, selvaggia e suggestiva. Un’isola che emoziona la vista e l’udito: da questo enorme sperone roccioso rosso, secondo in Mediterraneo solo a quello di Gibilterra, alla Chora di un bianco candido con tocchi di azzurro, autentica e silenziosa, che regala scorci unici di mare a perdita d’occhio, mare che lungo la costa sud offre occasioni di snorkeling in un’acqua particolarmente limpida.
Anafi è l’anti-Santorini per eccellenza, un’isola posizionata fuori dalle rotte consuete e che offre pochi ridossi ma che proprio grazie a questa apparente ritrosia a farsi scoprire regala emozioni fortissime e contrastanti: il suo essere allo stesso tempo selvaggia e fertile, roccia dura e sabbia abbondante e morbida sul fondale, la rendono un’isola unica e a sé stante, differente da tutte le altre.
Per i più sportivi, l’impegnativa escursione al monastero di Panagia Kalamiotisa con le rovine del tempio di Apollo, per la quale si consiglia l’ascesa al monte nelle ore più fresche del pomeriggio e notte all’aperto in vetta. E si assisterà a quello che è sicuramente uno dei tramonti più belli di tutto il mediterraneo.